Questo mese ci occupiamo di una comunicazione che booking.com ha fatto in questi giorni (luglio 2019) a tutte le strutture presenti sul portale. In un italiano diciamo migliorabile ha informato ai partner che ha cambiato le clausole generali a livello globale dell’accordo che è stato stipulato. In concreto, cosa è cambiato? Andiamo a vedere.
Luglio 2019: Booking modifica le clausole, cosa è cambiato realmente
C’è un punto molto importante che Booking ha modificato. Il documento recita così: “Rimozione delle restrizioni sulle keyword a pagamento (bidding) dal nostro contratto. In seguito a questa modifica, potrai fare offerte liberamente sulle keyword di Booking.com tramite i motori di ricerca (bidding), in linea con quanto recentemente stabilito dall’Unione Europea. La modifica al contratto si applicherà a tutte le strutture.”
Se non ci hai capito nulla, non preoccuparti! Il linguaggio è incomprensibile per chi non è addetto ai lavori: noi proviamo a tradurlo per te.
Forse non ci hai mai fatto caso, ma nel contratto che hai stipulato con booking c’è questa postilla: “La Struttura concorda a non acquistare keyword che rimandino specificatamente ai marchi di Booking.com e che utilizzino qualsiasi diritto di proprietà intellettuale di Booking.com o delle aziende affiliate che fanno parte dello stesso gruppo.“. Che significa? Che, prima del 15 luglio 2019 (giorno dell’attivazione di questa modifica) non potevi fare un annuncio a pagamento con la chiave di ricerca ‘hotel nome booking.com’ mentre ora puoi farlo. Ma…c’è un ma (scusa il gioco di parole!).
NON puoi comunque usare nel testo dell’annuncio e nel titolo la parola chiave ‘booking.com’ ma booking può fare tranquillamente campagne con il nome del tuo hotel (se cerchi su Google il nome del tuo hotel, potresti trovare un annuncio a pagamento di booking).
Tutto chiaro? Speriamo di sì e speriamo anche che Booking la prossima volta…sia più chiaro!
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